Ibrutinib versus Temsirolimus nei pazienti con linfoma a cellule del mantello recidivante o refrattario
Il linfoma a cellule del mantello è un linfoma a cellule B aggressivo con una prognosi infausta. Sia Ibrutinib ( Imbruvica ) che Temsirolimus ( Torisel ) hanno mostrato attività come agenti singoli in pazienti con linfoma a cellule del mantello recidivante o refrattario.
È stato intrapreso uno studio di fase 3 per valutare l'efficacia e la sicurezza di Ibrutinib rispetto a Temsirolimus nel linfoma a cellule del mantello recidivo o refrattario.
Uno studio clinico randomizzato, in aperto, multicentrico, di fase 3, ha arruolato pazienti in 21 Paesi con linfoma a cellule del mantello recidivo o refrattario confermato che avevano ricevuto uno o più trattamenti contenenti Rituximab.
I pazienti sono stati stratificati per la terapia precedente e per il punteggio MIPI ( Mantle Cell Lymphoma International Prognostic Index ), e sono stati assegnati in modo casuale a ricevere ogni giorno per via orale Ibrutinib 560 mg oppure Temsirolimus per via endovenosa ( 175 mg nei giorni 1, 8 e 15 del ciclo 1; 75 mg nei giorni 1, 8 e 15 dei successivi cicli di 21 giorni ).
L'endpoint primario di efficacia era la sopravvivenza libera da progressione valutata da un Comitato di revisione indipendente con l'ipotesi principale che Ibrutinib confrontato con Temsirolimus migliorasse in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione.
Tra il 2012 e il 2013, 280 pazienti sono stati randomizzati a Ibrutinib ( n=139 ) oppure a Temsirolimus ( n=141 ).
L’analisi di efficacia primaria ha mostrato un miglioramento significativo nella sopravvivenza libera da progressione ( P minore di 0.0001 ) per i pazienti trattati con Ibrutinib rispetto a Temsirolimus ( hazard ratio, HR=0.43; sopravvivenza libera da progressione mediana, PFS=14.6 mesi vs 6.2 mesi, rispettivamente ).
Ibrutinib è risultato meglio tollerato rispetto a Temsirolimus, con eventi avversi emergenti dal trattamento di grado 3 o più elevato riportati in 94 pazienti ( 68% ) rispetto a 121 ( 87% ), e un minore numero di interruzioni del farmaco in studio a causa di eventi avversi per Ibrutinib rispetto a Temsirolimus ( 9, 6% vs 36, 26% ).
Il trattamento con Ibrutinib ha determinato un miglioramento significativo nella sopravvivenza libera da progressione e una migliore tollerabilità rispetto a Temsirolimus nei pazienti con linfoma a cellule del mantello recidivo o refrattario.
Questi dati supportano ulteriormente il rapporto positivo beneficio-rischio per Ibrutinib nel linfoma a cellule del mantello recidivante o refrattario. ( Xagena2016 )
Dreyling M et al, Lancet 2016; 387: 770-778
Emo2016 Onco2016 Farma2016
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
I tempi di attivazione degli anticorpi anti-PD-L1 influiscono su efficacia e tossicità della terapia con cellule CAR-T dirette a CD19 per il linfoma a grandi cellule B
Più della metà dei pazienti trattati con immunoterapia con cellule T mirate al recettore chimerico dell'antigene ( CAR ) CD19...
Consolidamento con Blinatumomab post-trapianto autologo di cellule staminali in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B
Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...
Metotrexato ad alte dosi come profilassi del sistema nervoso centrale nel linfoma aggressivo a cellule B ad alto rischio
La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Tassi di sindrome da rilascio di citochine e sindrome da neurotossicità associata a cellule effettrici immunitarie dai dati di CIBMTR su pazienti con linfoma in seguito a terapia con cellule CAR-T
I prodotti a base di cellule T ingegnerizzate Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ) e Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus...
Candidati biomarcatori germinali dell’efficacia della Lenalidomide nel linfoma a cellule mantellari: studio MCL0208
Nello studio di fase 3 MCL0208 della Fondazione Italiana Linfomi, il mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) dopo trapianto autologo...
Esposizione ottimale alla Fludarabina per esiti migliori dopo la terapia con Axicabtagene ciloleucel per il linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo
La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...
Pembrolizumab nel linfoma primario mediastinico a grandi cellule B recidivante o refrattario: analisi finale di KEYNOTE-170
Precedenti analisi dello studio di fase 2 KEYNOTE-170 hanno dimostrato un'attività antitumorale efficace e una sicurezza accettabile di Pembrolizumab (...
Lenalidomide più Rituximab per il trattamento iniziale dei pazienti anziani fragili affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B: studio FIL_ReRi
Il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) nei pazienti anziani è impegnativo, soprattutto per coloro...